In poche righe c’è un incredibile concentrato di violazioni della normativa!
1) I voti in decimi vanno da 1 a 10, lo zero non esiste. Altrimenti i voti sarebbero in undicesimi, non più in decimi. Se la scuola usasse il registro elettronico non potrebbero inserire un voto del genere.
2) Gli alunni con disabilità sono sempre valutati in base ai loro obiettivi personalizzati, non agli standard della classe, e questo vale anche per il comportamento (DLgs 62/20 art. 11, c. 1).
3) La valutazione del comportamento non può mai influenzare quella del profitto. DPR 235/07 art. 1 c. 3: “Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto”. Il DPR 235/2007 (Statuto degli studenti e delle studentesse) si applica solo alla Scuola Secondaria di 2°, ma questo principio è valido in ogni ordine di scuola.
4) Eventualmente la valutazione negativa del comportamento (in teoria possibile, purché riferita al PEI) andava espressa nel giudizio di condotta.
Poi ci sarebbero le valutazioni educative e professionali, a cominciare da quello “zero” in pagella che più che una valutazione degli apprendimenti sembra tanto una vendetta verso il bambino che ha creato problemi. Sarebbe interessante esaminare i criteri di valutazione approvati dal collegio dei docenti (quelli standard, non quelli del PEI) e vedere in quali casi era previsto lo zero.
È suo diritto chiedere chiarimenti al Dirigente scolastico. Magari anche di suggerirgli, con le dovute maniere, di organizzare un po’ di formazione per gli insegnanti su questi temi.