Con una certificazione non più valida e il rifiuto esplicito del PDP da parte delle famiglie, la scuola non è che abbia molte scelte: i ragazzi non vanno più considerati come DSA.
Per scrupolo comunicatelo formalmente ai genitori in modo da cancellare ogni ambiguità.
Adottare misure dispensative significa esonerare da “alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere” (L. 170/10 art.5 c. 2b). Qualsiasi insegnante, anche senza bisogno di approvare un PDP; può applicare misure del genere. Da notare che la legge parla di “prestazioni”, non di obiettivi disciplinari e va ricordata la precisazione che si trova nelle Linee Guida DSA del 2011: “L’adozione delle misure dispensative, al fine di non creare percorsi immotivatamente facilitati, che non mirano al successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale, comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell’alunno o dello studente in questione“. Messa così, come si può negare a un qualsiasi studente in difficoltà, DSA o non DSA, PDP o non PDP, una misura come questa?
Il collega di italiano può continuare tranquillamente a applicare misure dispensative.