Scrivo per conto di una mia paziente la cui figlia è DSA, diagnosticata tardivamente (frequenta la 3° media) e non essendo stata mai assistita nè con interventi terapeutico riabilitativi nè con interventi scolastici attagliati al suo disturbo ha maturato nel tempo un disturbo di ansia fobica nei confronti della scuola con sintomi psicosomatici. Al momento, a scuola, ha già fatto 58 assenze. La scuola non ha ancora provveduto alla stesura del Pdp, ma minaccia bocciature in virtù delle assenze e sostiene di non voler accettare più nessuna giustifica. Può la scuola agire secondo tali modalità ed ignorare quanto gli specialisti le hanno comunicato?
La fobia scolare, con certificazione, può rientrare nelle patologie che prevedono l'istruzione domiciliare?
Sono una docente di scuola media e in prima è entrato un alunno con una diagnosi di disturbo fobico - ansioso; ha attacchi di panico e non riesce a rimanere a scuola. Il suo livello cognitivo è nella norma. Stiamo provando ad effettuare un ingresso graduale, dovrebbe rimanere a scuola per due ore, ma manifesta da subito un tale disagio che vuole andare via. Se il ragazzo non dovesse riuscire più a frequentare la scuola, quali alternative potremmo proporre alla famiglia? Ci sono dei riferimenti normativi in merito?
In una scuola secondaria di secondo grado è iscritta un'alunna affetta da fobia scolare (relazione dello psicologo che la segue). La ragazza non frequenta le lezioni, ma occasionalmente si reca a scuola, accompagnata da un genitore, e si ferma il tempo necessario a svolgere una verifica (nei corridoi, perché si rifiuta di entrare in classe, e sempre con il genitore) e poi se ne va. Per la scuola è accettabile una situazione di questo tipo, che non è né frequenza né studio parentale?
Può la famiglia di un bambino, che non ha nessuna certificazione ma attraversa un momento di blocco psicologico con crisi di panico per cui non riesce ad entrare in classe e per cui sta facendo terapia, pagare un professionista esterno per aiutare le docenti visto che la scuola non ha risorse da impiegare sulla classe già numerosa? La scuola ha detto di no e ha proposto l'istruzione parentale come soluzione ma né la famiglia né la psicologa credono sia la scelta migliore per il bambino