Ovviamente non si può colpevolizzare solo l’insegnante di educazione fisica per una situazione del genere.
Perché ci sono le barriere architettoniche? Cosa è stato fatto per eliminarle? Il dirigente scolastico ha segnalato il problema al comune? Che risposte ha avuto? Esistono altri percorsi o modalità organizzative diverse che possono consentire alla bambina di raggiungere la palestra? Cosa è stato previsto nel PEI per consentirle di svolgere l’attività motoria in modo alternativo, anche se ridotto? Come vengono valutati gli apprendimenti per questa disciplina?
Mi fermo qui con le domande.
Provate a vedere se possono arrivare anche delle risposte. Dire “non va in palestra perché ci sono le barriere architettoniche” e pensare sia finita là, è poco professionale.