Avrei necessità di un parere circa il caso di un'alunna con disabilità, con difficoltà di apprendimento, frequentante la terza media per la seconda volta, seguita per 6 ore settimanali da un'insegnante di sostegno. La ripetenza della terza classe è stata una scelta condivisa e fortemente voluta dalla famiglia, in quanto l'alunna all'epoca appariva ancora molto immatura, non pronta per affrontare il percorso alla scuola superiore. Ovviamente, prima che si deliberasse per la ripetenza, nei diversi incontri con la madre della ragazza, la scuola ha sottolineato che l'eventuale ripetenza avrebbe avuto senso solo se la ragazza avesse frequentato, migliorando così le sue scarse e precarie abilità sociali.
Gli obiettivi riportati sul PEI sono infatti riferiti all'inserimento e socializzazione e alla frequenza scolastica. Purtroppo anche quest' anno non è andata meglio degli altri anni, anzi, siamo a 77% di assenze. Secondo lei dovremmo comunque ammetterla all'esame di Stato, considerato che ha già ripetuto?
In questo caso, considerato che difficilmente sarà in grado di sostenere un esame minimamente sufficiente, si può dare attestato formativo o solo per il fatto che è presente, avrà di diritto il diploma?
Studente ADHD e DOP in prima superiore.
Nel corso di quest'anno ha accumulato quasi 40 giorni di sospensione, la scuola dice che può ancora recuperare e che non è automatica la bocciatura, è così?
L'ultima sospensione, di 15 giorni, è stata comunicata ai genitori nel corso di una riunione con la presenza del consiglio di classe al completo ma anche con i rappresentanti dei ragazzi e dei genitori e si è parlato della diagnosi e dei comportamenti del ragazzo...non è violazione della privacy?
Alunni disabili, entrano più tardi, escono prima per seguire terapie. La circostanza rileva ai fini della gestione delle assenze? Oppure determina la definizione di un orario personalizzato? E poi... chi decide che alunno con disabilità non ce la fa a fare 6 ore quotidiane e può uscire alle 13?
Nel mio istituto abbiamo due studenti con disabilità che hanno superato il numero massimo di assenze. I genitori sostengono che questi ragazzi hanno avuto problemi fisici, ma alla richiesta di una certificazione, la risposta è stata" il medico di base non vuole farlo".
Hanno programmazione ad obiettivi minimi e frequentano la classe 5.
Come ci possiamo comportare?
È vero che il CdC può comunque decidere di scrutinarli?
Ho iniziato l'anno scolastico in una bella prima media in cui è stata inserita un'alunna che usufruisce della legge 104 (art. 3, comma 3); ha un'insegnante di sostegno con cui ho già iniziato a confrontarmi per predisporre un PEI e progettare delle attività che la coinvolgano. Purtroppo (o per fortuna della mia alunna) due giorni a settimana su cinque è assente poiché segue delle terapie in un centro specializzato.
Ho chiesto al preside se queste "assenze programmate" potessero compromettere il superamento dell'anno scolastico, ma il dirigente mi ha spiegato che se il CdC delibera che non ci sono problemi e nel PEI si inserisce ciò, le assenze non avranno valore.
Mi rimangono però due dubbi:
1) se nei due giorni ci fossero materie con poche ore, come le educazioni, la mia alunna non incontrerebbe mai la docente della disciplina, come potrebbe seguire un percorso didattico e quindi avere una valutazione?
2) nell'ottica dei tre anni di scuola media, le assenze comporterebbero un impedimento a prendere la licenza e quindi avrebbe diritto solo all'attestato di frequenza? in questo caso mi sento in dovere di spiegare alla famiglia la situazione. Io preferirei farle fare un percorso che la porti alla licenza media, anche e soprattutto con un piano individualizzato che la supporti, ma al momento non sono molto sicura, in particolar modo dopo aver letto la diagnosi.
Quale potrebbe essere la strada migliore da seguire per questa ragazza e per noi insegnanti che le staremo accanto?
Scrivo per conto di una mia paziente la cui figlia è DSA, diagnosticata tardivamente (frequenta la 3° media) e non essendo stata mai assistita nè con interventi terapeutico riabilitativi nè con interventi scolastici attagliati al suo disturbo ha maturato nel tempo un disturbo di ansia fobica nei confronti della scuola con sintomi psicosomatici. Al momento, a scuola, ha già fatto 58 assenze. La scuola non ha ancora provveduto alla stesura del Pdp, ma minaccia bocciature in virtù delle assenze e sostiene di non voler accettare più nessuna giustifica. Può la scuola agire secondo tali modalità ed ignorare quanto gli specialisti le hanno comunicato?
Sono coordinatrice in una lll classe di un istituto superiore nella quale c'è un'alunna con disabilità con programmazione differenziata che, ad oggi, ha superato il monte ore massimo consentito di assenze non giustificate da certificazione medica. Può il CdC derogare alle disposizioni normative in materia e, dunque, procedere regolarmente allo scrutinio oppure vi si deve attenere strettamente?
Uno studente con BES ha superato il monte ore di assenza. Le assenze non sono giustificate da certificati medici ma collegate alle problematiche famigliari che sono alla base del suo PDP. Nonostante le assenze ha voti in tutte le materie, e anche positivi. Può essere ammesso agli scrutini e quindi alla classe successiva ?
Alcuni alunni con disabilità della nostra scuola (medie) faranno un orario ridotto per potersi recare a terapia. Capita però che alcuni di loro per l'intero anno non saranno presenti in determinate discipline. Come potranno essere valutati in tali materie? Si può, in accordo con il docente di materia, decidere una programmazione da svolgere in altra ora e da valutare comunque, visto che siamo nell'ambito di programmazioni totalmente personalizzate? E se sì va comunque ben esplicitato nel PEI, giusto?